La parola magica è: “EVOLUZIONE”, al momento della nascita iniziamo un percorso di apprendimento, a tratti più rapido in altri momenti più lento ma comunque continuo. NOI apprendiamo, quindi evolviamo.

Evolviamo anche sul lavoro… Ricordo il lontano 1986 quando iniziai il mio percorso lavorativo, approcciando le problematiche quotidiane con carta e penna. Oggi è tutto computerizzato, con i suoi vantaggi e con i suoi problemi.

Evolvono gli strumenti che abbiamo in uso, soprattutto quelli legati all’informatica: i sistemi da analogici sono passati ad essere digitali.

Il mondo della radiografia ha visto nascere nuovi tipi di detectori, dalla pellicola classica abbiamo avuto la nascita delle pellicole digitali, dei flat panel. E successivamente, grazie allo sviluppo di sistemi informatici sempre più efficienti/efficaci, siamo passati dalla singola immagine, a matematiche complete dell’oggetto in analisi, e siamo arrivati al mondo della Tomografia.

La Tomografia Industriale di MotivexLab. In questa immagine in evidenza le dimensioni della cabina radiografica

La TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) tra necessità e moda.

Alle prime visualizzazioni (qualche anno fa) di esami tomografici di componenti automotive, ricordo espressamente il commento di qualche collega: ”Fantastico, con il mio capo ci faccio un figurone! Grazie!“.

Già… l’evoluzione dei sistemi di analisi ha ovviamente portato a una evoluzione delle possibilità di proporre report sempre più completi con molteplici immagini, filmati, misure… Insomma la TAC oltre ad essere in taluni casi necessità tecnica è anche possibilità di proporre risultati interfacciabili con molte tipologie di utenze.

Può sembrare una banalità, ma per l’approvazione di grandi investimenti, volti magari all’acquisizione di nuove strumentazioni, non lo è affatto. Risultati d’analisi complicati, interpretabili da pochi tecnici “eletti” generano spesso nelle gerarchie aziendali titubanze e dubbi. I manager apprezzano maggiormente quello che direttamente riescono a interpretare, dove le potenzialità sono più facilmente visibili e leggibili.

La Tomografia Industriale di MotivexLab durante l’analisi di un componente

La TAC è tutto questo.

Se vogliamo, estremizzando un po’ il concetto, “moda” (la preferisco, anche se economicamente più cara rispetto ad altre forme d’indagine, perché sono sicuro di avere un risultato tecnicamente ineccepibile ma allo stesso tempo facilmente vendibile, quindi rinforzo la mia immagine di tecnico capace sulla mia ‘catena gerarchica’).

Ma è sicuramente anche una necessità tecnica: obiettivamente le possibilità investigative di un’indagine TAC spaziano moltissimo.

– Tutta la metrologia interna, in esterno abbiamo numerose possibilità di misura, ma all’interno …c’è la TAC.
– Supporto alla Failure Analysis di qualsiasi genere.
– Reverse Engineering.
– Supporto allo sviluppo di nuovi prodotti/processi.

 

Diversi sono i nuovi processi industriali in sviluppo, ma uno che si è già ampiamente affermato e che ha veramente tante possibilità di divulgazione è di certo l’Additive Manufacturing (AM).

Applicabile a moltissime tipologie di materiali per la realizzazione di innumerevoli oggetti (dal medicale all’aerospaziale, dall’energia all’automotive, alla prototipazione  ecc…), l’Additive Manufacturing sta offrendo nuove possibilità in tantissimi campi.

Con la nascita di questi nuovi processi, di nuove tecnologie ampiamente variabili nell’uso di diverse tipologie di famiglie di materiali servono ovviamente  nuove offerte tecniche di monitoraggio dei processi e di esame della qualità dei manufatti. Tecniche dedicate non all’applicazione di un filtro “passa non passa” (cioè pezzo buono o pezzo di scarto) ma alla creazione di robusti processi.

La TAC è tutto questo.

Daniele Bisi è l’autore di questo testo. Nella foto con Elisabetta Ruffino nella sede di MotivexLab con il suo libro dedicato alla “Tomografia Industriale”

L’esame tomografico soddisfa tutte queste necessità.

Credo che ormai da qualche anno abbiamo iniziato un cammino tecnologico “auto-sviluppante”. Con nuovi strumenti creiamo nuovi oggetti che necessitano di nuovi approcci strumentali che impongono quindi, ulteriori nuovi strumenti.

È un po’ il concetto del miglioramento continuo (PDCA) applicato non solo alla gestione ma anche alla realizzazione di nuovi processi e nuovi impianti/strumenti.

Con questa chiave di lettura è facile prevedere un’importante diffusione degli esami tomografici con una forte richiesta ai costruttori di customizzare sempre più gli impianti.

Insomma, credo sia l’inizio di una storia con un finale già scritto e soprattutto con un finale felice.

 

 

Daniele Bisi
Responsabile Lab. N.D.T. & METROLOGY – C.R.F. S.C.p.A.
Vice presidente AIPnD, Associazione Italiana Prove non Distruttive
Responsabile Centro d’Esame ISO 9712 per 1°, 2° e 3° livelli