COSA È IL REVERSE ENGINEERING

Il reverse engineering per definizione è un processo inverso a quello dell’ingegneria.
L’ingegneria parte da una idea, ne fa un progetto e poi realizza questo progetto.
Questo progetto può essere sia qualcosa di tangibile, sia qualcosa di intangibile.
Nel primo caso per esempio l’engineering farà un disegno e poi da quel disegno si costruirà un oggetto con delle lavorazioni meccaniche.
Oppure nel caso di un progetto non fisico, si può scrivere del codice, realizzare un flow chart, per costruire un programma che fa delle cose.

A parlare è Davide Baratto, Direttore di Gilardoni SPA, al quale ho chiesto di spiegare con parole semplici cosa è e come si fa il reverse engineering con l’aiuto della tomografia computerizzata.

Davide Baratto, Direttore di Gilardoni SPA con Elisabetta Ruffino

Davide Baratto, Direttore di Gilardoni SPA con Elisabetta Ruffino, autrice di questo articolo

Se mi segui da un po’, sai che mi piace parlare semplice e amo le persone che ti spiegano le cose con semplicità.
Uno dei miei motti è che se parliamo semplice diventa più facile capirsi e se ci capiamo arriviamo più facilmente e più velocemente alla soluzione dei problemi.
L’importanza del parlare semplice per dare a tutti la possibilità di capire e di farsi capire, è ribadita anche nell’ultimo libro che ho scritto con Paolo Pollacino “Tomografia Industriale, Viaggio alla scoperta dell’invisibile” Edito da Il Graffio

Tomografia Industriale il libro

Tomografia Industriale, il libro scritto da Elisabetta Ruffino e Paolo Pollacino

LA PREFAZIONE DEL LIBRO TOMOGRAFIA INDUSTRIALE

Ecco cosa abbiamo scritto in prefazione:

TUTTO E SUBITO, PRIMA E MEGLIO
Tutto e Subito non è un peccato.
Non è lo slogan di chi, senza cervello, vuole bruciare le tappe per ottenere un successo senza merito e senza fatica.
Tutto e Subito è il grido di battaglia di chi non si accontenta di ciò che altri hanno deciso per lui; di chi non crede alla crisi, al fallimento, a un mondo senza futuro per i giovani e i meno giovani.
Tutto e Subito è il titolo del nostro primo libro, edito da Il Salvagente. Lo stesso motto, Tutto e Subito, accompagna benissimo anche questa nuova avventura editoriale, dedicata alle nuove frontiere tecnologiche che stiamo conquistando: quelle della tomografia industriale.
Tutto e Subito, infatti, è l’augurio che facciamo a chiunque desideri qualcosa di meglio per sé e per chi gli sta intorno: avere il coraggio di desiderare Tutto e sentire l’urgenza di fare ciò che è necessario per ottenerlo. Subito.
Tutto e Subito è ciò che ti auguriamo di fare, dare, ottenere e desiderare.
Lo scopo di questo nuovo libro è far conoscere la tomografia computerizzata industriale anche ai non addetti ai lavori, per cui si è usato un linguaggio semplice e diretto e alcuni argomenti sono stati semplificati.
Nostro desiderio è divulgare questa tecnica a un pubblico il più ampio possibile, certi che possa essere un gran bel viaggio per tutti quello all’interno del non visibile.

Sei curioso di ricevere il primo libro in italiano sulla tomografia industriale?
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Ti contatterà Marina, una mia collaboratrice, e vi metterete d’accordo per l’invio del libro.

PERCHÉ LEGGERE IL LIBRO TOMOGRAFIA INDUSTRIALE

In questo libro scoprirai:

  • Cos’è la tomografia computerizzata, come è nata e come si è affermata. Da Arturo Gilardoni, padre dei raggi X in Italia alla crisi COVID-19 e come grazie alla stampa 3D e al reverse engineering si sono prodotte le valvole per i respiratori.
  • Che tipo di controlli tomografici si possono fare e su quali prodotti: misure e controlli dimensionali, reverse engineering, additive manufacturing, stampa 3D, failure analysis, ricerca difetti. Come visionare il 3D un oggetto senza distruggerlo
  • I vantaggi del Laboratorio Prove Integrato per il controllo qualità: non solo tomografia ma tutte le competenze del laboratorio prove accreditato per indagare le caratteristiche chimiche, fisiche, strutturali dei tuoi campioni, nebbia salina, controlli non distruttivi, tutto ciò che è necessario per garantire la qualità die tuoi prodotti.
  • Una storia tutta italiana: come una PMI guidata da un ex pilota di rally si è trasformata in un modello che ha rivoluzionato il settore del controllo qualità, garantendo la consegna dei report in 24 ore, ha attirato l’attenzione dei media ed è diventata oggetto di studio all’Università degli Studi di Torino.

GLI AUTORI DI TOMOGRAFIA INDUSTRIALE, VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELL’INVISIBILE

Paolo Pollacino
“La velocità è sempre stata la mia ossessione”

Elisabetta Ruffino
“L’Umanità Aumentata salverà il mondo”

Lui, ex pilota di rally, nel 1998 fonda a Torino il Laboratorio Prove Materiali MTC srl, di cui è Amministratore Unico.
Lei, dal 2005 al suo fianco, prima si occupa di qualità e accreditamento SINAL – ACCREDIA, poi porta l’uomo al centro dei processi aziendali, con letture di libri al posto delle solite riunioni e l’impegno a metterci la faccia sempre.
Insieme nel 2015 fondano MotivexLab®, rivoluzionando il mercato dei controlli distruttivi e non distruttivi, offrendo ai clienti la garanzia della consegna dei report in 24 ore.
Ispirati dalla velocità e sicurezza dei pit stop della Formula 1, creano un sistema che ha attirato l’attenzione dei media locali e non solo: Quattroruote, La Stampa, Il Corriere delle Sera, Il Sole 24 Ore, La Repubblica, Caterpillar RAI RADIO 2 hanno parlato di loro e del modello MotivexLab.

Paolo Pollacino con Elisabetta Ruffino gli autori del libro

Paolo Pollacino con Elisabetta Ruffino gli autori del libro dedicato alla Tomografia Industriale

Insieme hanno scritto “Tutto e Subito”, edito nel 2018 da Il Salvagente come testimonianza diretta «degli imprenditori che hanno fatto dell’etica, dell’onestà e dell’interesse ai bisogni dei propri clienti, siano essi consumatori o altre imprese, i pilastri portanti della propria azienda». Storie di imprenditori e di imprese «che contribuiscono a tenere viva quell’eccellenza italiana in altri casi svenduta per un piatto di lenticchie».
Appassionati di sfide, nel 2020 intraprendono il percorso di certificazione NADCAP.

COSA È IL NADCAP

NADCAP (National Aerospace and Defense Contractors Accreditation Program) è un programma di cooperazione, a livello mondiale, delle maggiori imprese operanti nel settore aerospaziale e della difesa (Primes).
Scopo del NADCAP è quello di gestire un comune approccio all’accreditamento dei processi speciali e promuovere il miglioramento continuo del settore aerospaziale, sostenendo standard e criteri di auditing comuni in tutto il mondo. (Fonte Wikipedia)

REVERSE ENGINEERING PER COPIARE QUALCOSA

Detto in parole molto semplici, il reverse engineering parte dall’oggetto o dal programma, dal punto finale, per copiare qualcosa.

Chi ha progettato un tavolo, lo ha progettato facendo dei disegni, degli assiemi, facendo realizzare dei pezzi e poi montando i pezzi, ogni pezzo è stato realizzato con delle lavorazioni meccaniche ecc.
Nel reverse engineering si parte dal tavolo per cercare di realizzare altri tavoli o avere i disegni di quel tavolo, senza dover ridisegnare il tavolo, ma ottenendo il disegno del tavolo a partire dal tavolo.
E’ un po’ una copia, come quando io scrivo un libro, devo scriverlo parola per parola, quando lo fotocopio io ho un altro libro senza averlo dovuto scrivere, teoricamente anche ignorando quello che c’è scritto.
Nel reverse engineering a volte tu ottieni un disegno del quale tu non conosci i reali motivi che hanno portato a farlo così, tu copi quello che c’è.

REVERSE ENGINEERING CON LA TOMOGRAFIA

L'interno della camera tomografica

L’interno della camera tomografica della Tomografia Industriale di MotivexLab

Ecco cosa dice Davide Baratto, Direttore di Gilardoni SPA sulle possibilità di reverse engineering con la tomografia.

La tomografia è una fotocopiatrice in tridimensionale, quando tu fai una fotocopia, puoi fare una fotocopia per una scannerizzazione, per fare un’altra copia, per estrarre un pdf, per estrarre un file Word in cui modificare i dati.
La tomografia è la stessa cosa in 3D.
Io posso scannerizzare un oggetto per prendere il file che ne viene fuori, la matematica 3D, darlo a chi ha una stampante 3D e farne un oggetto uguale.
Naturalmente ammesso che si possa fare con una stampante 3D a livello di materiale ecc.
In questo caso copio l’oggetto.
Oppure posso prendere quel file e portarlo in un CAD, cioè in un programma di disegno per ottenerne un disegno.
Il processo di disegno parte da delle linee, dei solidi e nel CAD tu disegni un cilindro e quel cilindro può essere trasformato in una nuvola di punti o ad esempio in una superficie tutta fatta di triangolini. Semplificando un po’, possiamo dire che utilizzerò il cilindro trasformato in tanti triangolini ad esempio per fare dei calcoli.
La tomografia quando scannerizza ottiene una nuvola di punti, unendo i puntini vengono fuori i triangolini, e elaborando questi puntini viene fuori il cilindro.
Se sei abbastanza bravo con i programmi di CAD, il cilindro che non sarà mai perfetto perché ho scannerizzato un cilindro che non era perfetto, diventa un oggetto matematico perfetto.
Perché quando tu disegni un cilindro, tu disegni un cerchio ideale sul CAD, poi lo trasformi in un oggetto che non è un cilindro ideale.
Uno dei problemi è che quando tu scannerizzi un oggetto reale a forma di cilindro, tu avrai un cilindro reale che non è ideale, avrà delle imperfezioni dovute alle lavorazioni e il computer fa fatica a dire se questo oggetto è ovale ma voleva essere un cilindro oppure doveva essere ovale? Però con un minimo di lavoro indichi al software che la forma ideale è un cilindro e il software lo semplifica e lo approssima con il cilindro ideale più vicino al cilindro reale.
Quando fai una scansione tridimensionale con una tomografia, scannerizzi un oggetto vero con le sue tolleranze, quindi non hai il disegno con la dimensione nominale. Tu avrai delle dimensioni che probabilmente stanno all’interno delle tolleranze previste da chi ha fatto il progetto, ma non potrai dall’oggetto sapere quali erano le tolleranze del disegno originale.
In realtà nella maggior parte dei casi non serve avere le quote esatte del disegno originale, perché l’obiettivo vero di chi fa reverse engineering è copiare. Quindi è capire come è fatta dentro una cosa, copiarla, non gli interessa arrivare al disegno originale. Comunque volendo, grazie alla tomografia industriale lui ha tutte le informazioni per mettersi lì e ricavare il disegno originale.

RICHIEDERE REVERSE ENGINEERING

Io ringrazio molto l’Ing. Baratto per averci spiegato con semplicità quali sono le potenzialità della cabina tomografica per il reverse engineering.

Se hai bisogno di tomografare un oggetto per fare reverse engineering,  scrivi una mail a info@tomografiaindustriale.com e richiedi una consulenza gratuita oppure compila il modulo Contatti

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