È proprio la Tomografia Industriale a raccontare la vera storia delle opere d’arte.
Questa è una grande notizia per un paese come l’Italia che vanta il maggior patrimonio di beni culturali e artistici presenti sul pianeta.
Grazie alla rivoluzione digitale, di cui la tomografia rappresenta il massimo traguardo, permettendo la scansione in 3D degli oggetti, siamo in grado di scoprire i segreti e le bellezze dell’arte.
Indagine non invasiva con la Tomografia Industriale
Tanto per cominciare, per essere conservate e restaurate correttamente, le opere d’arte necessitano di metodi d’indagine interna non invasivi.
Infatti, la tomografia si rivela il metodo di controllo non distruttivo più efficace che possa esistere e si aggiunge alle tecniche di indagine su manufatti antichi finora utilizzate per restaurare e mantenere integro il patrimonio del passato.
Non so se lo sai, ma prima dello sviluppo della TAC le opere d’arte si indagavano principalmente con radiografie e microscopia SEM-EDS, ma anche con la luce ultravioletta, luce radente, termovisione, nonché olografia laser, spettrometria XRF e persino ultrasuoni.
La TAC è stata un vero e proprio salto di qualità nello sviluppo tecnologico per questa tipologia di indagine.
La tomografia computerizzata è un’indagine innovativa che consente di entrare all’interno dei manufatti del passato per ottenere una visualizzazione 3D e scoprire tutto ciò che è invisibile all’occhio umano.
Grazie ai raggi X e alla successiva elaborazione dell’immagine tridimensionale, si può monitorare con la massima precisione:
- lo stato di conservazione dei beni culturali
- i lavori che si sono susseguiti nei secoli
- le ispirazioni e i “pentimenti” degli artisti
Le risposte della Tomografia Industriale ai segreti più nascosti dell’arte
I “pentimenti” sono i ripensamenti in corso d’opera messi in atto da un artista che cerca di mascherare la versione precedente dell’opera d’arte perché non la ritiene più soddisfacente.
Oltre a ricostruire il processo creativo, il pentimento è fondamentale perché abbiamo la certezza che l’opera d’arte (nella maggior parte dei casi) è originale e non una copia.
Inoltre, tramite l’analisi affidata al fascio di fotoni, possiamo evidenzizare gli elementi che concorrono a fornire una paternità artistica dell’opera.
La TAC diventa un’alleata formidabile per ottenere la mappa tridimensionale dell’opera, decretarne l’autenticità, lo stato di conservazione e l’eventuale necessità di intervento conservativo.
Certo, le radiografie classiche bidimensionali sono importanti, ma soltanto con la tomografia computerizzata applicata ai beni culturali, i conservatori e i restauratori ottengono maggiori e più dettagliate informazioni rispetto alla versione 2D.
Grazie alla TAC dei manufatti antichi si scoprono:
- le tecniche di fusione
- le modalità di costruzione
- intagli nelle parti lignee
- deformazioni
- spaccature
- attacchi di muffe e funghi
- presenza di insetti
- incastri e assemblaggi
- inserti metallici e chiodi
- gallerie dei tarli
In generale possiamo scoprire elementi che sono rimasti nascosti nei secoli.
Proprio in Italia sappiamo che grazie alla TAC, i restauratori e gli addetti alla conservazione dei nostri patrimoni culturali hanno potuto conoscere lo stato dei beni analizzati per procedere alla restaurazione e alla messa in sicurezza.
L’indagine tomografica permette di scoprire cosa si nasconde dietro un’opera d’arte e rispondere a domande fondamentali:
- com’è stato realizzato?
- com’è conservato?
- è originale o è una copia?
- nasconde un pentimento?
- quali materiali sono stati utilizzati?
- sono stati effettuati interventi riparatori?
- ci sono ritocchi, stucchi, ridipinture?
- sono presenti cavità o disomogeneità strutturali?
- qual è lo stato di degrado dell’opera?
Attraverso la Tomografia Industriale, il restauratore riesce a individuare ciò che è invisibile all’occhio umano per aggiornare la “cartella clinica” dell’opera su cui deve intervenire.
In questo modo, l’operatore avrà un vantaggio enorme perché sarà certo di eseguire il miglior restauro possibile perché ha tutte le informazioni che gli servono.
MotivexLab e la Tomografia Industriale su un violino del ‘700
A tal proposito, il Laboratorio MotivexLab , grazie alla tomografia industriale computerizzata presente nella sua sede di Avigliana (TO), è riuscito ad eseguire la scansione tomografica di un violino del ‘700.
L’Accademia Liuteria Piemontese ha affidato al laboratorio un violino del ‘700 realizzato da un liutaio veneziano di nome Santo Serafino.
Questa notizia ha attirato la curiosità della RAI che ha realizzato un bellissimo servizio andato in onda su RAI 3, per mostrare tutto il potenziale della tomografia industriale computerizzata presente in MotivexLab per l’indagine non distruttiva di manufatti antichi.
Lo scopo dell’analisi tomografica, in questo caso, era di rilevare tutte le riparazioni che sono avvenute in passato per ricostruire i passaggi che lo strumento ha subito nel corso dei secoli.
Grazie alle dimensioni della cabina tomografica presente in MotivexLab è stato possibile posizionare il violino in completa sicurezza prima di procedere con la scansione tomografica.
Fotogramma della analisi tomografica eseguita sul violino dell’Accademia Liuteria Piemontese con la Tomografia di MotivexLab
La Tomografia Industriale Computerizzata è un’eccellenza che permette a realtà come MotivexLab di dare il proprio contributo al restauro delle bellezze e delle eccellenze del patrimonio artistico e culturale italiano.
Da dicembre 2021 MotivexLab è il Primo e Unico Laboratorio Prove Accreditato in Italia ISO/IEC 17025 per la ricerca dei difetti con Tomografia Industriale Computerizzata.
Ti invito ad approfondire la notizia in questo articolo
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Spero di conoscerti presto!
Chiara Russo